La Leucemia Linfatica Cronica (LLC) e il Linfoma della Zona Marginale, entrambi appartenenti alla vasta famiglia dei linfomi non Hodgkin, rappresentano sfide significative nel panorama delle malattie ematologiche. La LLC, in particolare, colpisce prevalentemente gli adulti, con una diagnosi che interessa un terzo dei casi di leucemia, con un’età media di 70 anni.
In Italia, si stima che vi siano circa 1600 nuovi casi all’anno negli uomini e 1150 nelle donne. Talvolta, la LLC rimane asintomatica e viene scoperta casualmente durante analisi di routine o diagnostiche per altre condizioni, quando si evidenzia un aumento eccessivo dei globuli bianchi, indicativo della malattia. Quando la malattia diventa aggressiva, l’intervento immediato è essenziale.
Recentemente, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato l’uso del farmaco di nuova generazione, zanubrutinib, per il trattamento sia della LLC che del linfoma della zona marginale. Questo inibitore della tirosino-chinasi di Bruton, già approvato per la macroglobulinemia di Waldenstrom, offre una nuova opzione terapeutica per i pazienti che non rispondono adeguatamente o che hanno sviluppato resistenza ad altri trattamenti.
La BeiGene, azienda produttrice del farmaco, fondata negli Stati Uniti appena 13 anni fa da Xiaodong Wang, membro giovane dell’Accademia delle Scienze americana, prevede ulteriori autorizzazioni per diverse malattie oncoematologiche. I loro studi si stanno dirigendo anche verso tumori solidi, suggerendo potenziali applicazioni in altri settori della medicina.
L’approvazione di zanubrutinib rappresenta un passo importante per la comunità medica, offrendo una speranza concreta per i pazienti affetti da LLC e linfoma della zona marginale. La sua somministrazione orale, combinata con un profilo di sicurezza elevato, potrebbe portare a un cambiamento significativo nelle pratiche cliniche, permettendo ai pazienti di seguire la terapia con maggiore facilità.
La Professoressa Francesca Romana Mauro, dell’Istituto di Ematologia della Sapienza di Roma, sottolinea l’efficacia terapeutica e la sicurezza di zanubrutinib, evidenziando il suo beneficio soprattutto nella gestione delle malattie croniche, mentre il Dott. Pier Luigi Zinzani, ordinario di Ematologia all’Università di Bologna, considera la possibilità di una remissione della malattia e l’auspicio di una futura sospensione della terapia.
Dietro ogni sperimentazione e approvazione, le associazioni come l’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma) sono pronte a sostenere i malati e le loro famiglie, garantendo informazioni, iniziative e supporto alla ricerca. L’importanza di rendere il nuovo farmaco disponibile in tempi brevi su scala nazionale è cruciale per garantire a tutti i pazienti l’accesso alle cure necessarie.
Autore: Redazione
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