Vaccini anti COVID-19 a confronto: analogie e differenze

Vaccini anti COVID-19 a confronto: analogie e differenze

In questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio bombardamento mediatico circa i vaccini anti Covid-19 e la campagna vaccinale. Tuttavia, non sempre le notizie sono chiare e comprensibili.
Cerchiamo attraverso i canali ufficiali e istituzionali di chiarirci le idee!

Vaccini autorizzati in Unione Europea

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al 22 gennaio 2021 erano 237 i vaccini in corso di sviluppo, di cui 173 in fase preclinica e 64 in fase clinica. Il primo vaccino ad essere autorizzato in Unione Europea è stato Comirnaty (RNA BNT162b2) di Pfizer-BioNtech. BioNTech è un’azienda biotecnologica tedesca, leader mondiale per la medicina oncologica personalizzata e Pfizer un’azienda biofarmaceutica statunitense, leader in ricerca e sviluppo. Comirnaty è stato autorizzato dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) il 21 dicembre 2020 e dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) il 22 dicembre 2020. Poco dopo è arrivato il vaccino Moderna (mRNA-1273) autorizzato dall’EMA Il 6 gennaio 2021 e dall’AIFA il 7 gennaio 2021. Moderna è una società statunitense di biotecnologia specializzata nello sviluppo di farmaci basati sull’RNA messaggero. 

Ultimo arrivato il vaccino di AstraZeneca Università di Oxford, autorizzato dall’EMA e dall’AIFA rispettivamente lo scorso 29 e 30 gennaio. AstraZeneca è un’azienda biofarmaceutica anglo-svedese.

Sviluppo, approvazione e tempistiche

In genere lo sviluppo di un vaccino è un processo molto lungo, dai sette ai dieci anni, durante i quali vengono condotte ricerche che includono test di qualità, sperimentazione preclinica e sperimentazione clinica nell’uomo. La sperimentazione clinica prevede studi di fase 1 condotti su volontari sani per l’identificazione della dose ottimale e la valutazione della sicurezza nell’uomo; studi di fase 2, a scopo esplorativo, condotti su una popolazione molto ridotta e studi di fase 3, condotti su migliaia o decine di migliaia di persone a scopo confermativo.

In Europa, di norma, un’azienda farmaceutica sottopone all’EMA una richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio solo dopo che le fasi di sperimentazione, giunte al termine, abbiano dimostrata qualità, sicurezza ed efficacia del prodotto per una specifica indicazione terapeutica. In seguito all’approvazione dell’EMA, l’azienda inizia il processo di produzione su ampia scala.

Per i vaccini contro il Covid-19 l’intero processo di sviluppo ha subito un’accelerazione senza precedenti a livello globale, grazie al concorso di diversi fattori quali le ricerche già condotte in passato sulla tecnologia a RNA messaggero, le ingenti risorse umane ed economiche messe a disposizione, l’ottimizzazione della parte burocratica e amministrativa e la valutazione da parte delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti, man mano che questi venivano prodotti. 

Nessuna tappa del processo è stata sacrificata.

Meccanismo d’azione dei principali vaccini

I vaccini attualmente in uso in Italia usano la tecnologia a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) e quella avettore virale (AstraZeneca). Nel primo caso il vaccino a mRNA induce l’immunità fornendo a cellule umane le “istruzioni”, cioè la sequenza genetica per produrre l’antigene, ovvero un frammento del virus, nello specifico la proteina Spike – struttura glicoproteica presente come protuberanza all’esterno del peri-capside a formare le caratteristiche punte che compongono la corona e che il virus utilizza per agganciare le cellule umane e penetrare al loro interno. Tale proteina induce a sua volta la produzione di anticorpi specifici e l’attivazione delle cellule T preparando il sistema immunitario a difendersi da esposizioni future al virus SARS-CoV-2 e ad impedirne l’ingresso nelle cellule. Le molecole di mRNA nel vaccino sono inserite all’interno di una microscopica struttura lipidica chiamata nanoparticella, che ha la funzione di proteggerle e che permette loro di entrare nelle cellule. Il vaccino a mRna è sicuro dal momento che non viene somministrato alcun virus, né vivo né attenuato, e la sola proteina Spike non può causare infezione o malattia. L’mRNA non entra nel nucleo delle cellule e quindi non interagisce né modifica il nostro DNA. Inoltre, l’mRNA si degrada naturalmente dopo pochi giorni una volta svolta la sua funzione.

I vaccini Pfizer e Moderna rappresentano i primi vaccini a tecnologia RNA messaggero approvati.

Il vaccino AstraZeneca a vettore virale, versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzè, non in grado di replicarsi, introduce direttamente nelle cellule il frammento della proteina Spike, la quale induce a sua volta la reazione immunitaria sia anticorpale che cellulare. La tecnologia è la stessa alla base del primo vaccino approvato per Ebola alla fine del 2019. Anche in questo caso dunque poiché, non viene introdotto l’intero virus, il vaccino non dà rischio di malattia. Alla produzione del vettore adenovirale ha collaborato con AstraZeneca la Advent-IRBM di Pomezia.

Indicazioni, dosaggio e conservazione

Il vaccino di Pfizer-BioNTech è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di COVID-19, in soggetti di età pari o superiore a 16 anni; quello di Moderna e AstraZeneca in soggetti di età pari o superiore a 18 anni. Per le persone più anziane e fragili vengono preferiti i vaccini a mRNA mentre il vaccino AstraZeneca ha appena ricevuto l’autorizzazione dall’AIFA della somministrazione fino ai 65 anni di età. I vaccini a mRNA prevedono la somministrazione per via intramuscolare, nella parte superiore del braccio, di due dosi da 0,3 mL per Pfizer a distanza di almeno 21 giorni e da 0,5 mL per Moderna a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Il flaconcino del vaccino Pfizer va diluito con sodio cloruro 0,9% prima dell’uso a differenza di quello Moderna che è già pronto per l’uso. 

Anche il vaccino di AstraZeneca prevede due dosi da 0,5 mL a distanza di 28-84 giorni.

I vaccini Comirnaty e Moderna si conservano rispettivamente 6 e 7 mesi a temperature di -90 °C e -60 °C per il primo e -25 °C e -15 °C il secondo. Entrambi vanno scongelati e conservati per un tempo limitato di circa 5 giorni in frigorifero a 2-8 °C. Rispetto ai vaccini a mRNA, la tecnologia adottata da AstraZeneca presenta una maggiore stabilità che non richiede temperature eccessivamente basse per la conservazione e il trasporto, infatti si conserva 6 mesi in frigorifero (2°C – 8°C). Sono in corso studi per testare l’applicazione della tecnologia adoperata da AstraZeneca contro altri virus, tra cui HIV e Zika. 

Trial clinici ed efficacia 

Per il vaccino Pfizer-BioNTech il trial clinico di riferimento, multicentrico (152 centri in diversi Paesi), multinazionale, randomizzato, controllato verso placebo è stato condotto su una popolazione di 43.448persone dai 16 anni in su con un’età media di 52 anni (42% dei partecipanti aveva più di 55 anni). 21.720 partecipanti hanno ricevuto almeno 1 dose di Comirnaty (20.519 partecipanti ha ricevuto 2 dosi) mentre un totale di 21.728 partecipanti ha ricevuto placebo. Il vaccino Comirnaty si è dimostrato capace di prevenire con un’efficacia del 95% il numero di casi sintomatici di COVID-19 confermata in laboratorio. L’efficacia è stata calcolata su oltre 36.000 persone (compresi soggetti di età superiore ai 75 anni) che non presentavano segni di precedente infezione.

Il profilo di sicurezza del vaccino Moderna si basa sui dati ottenuti da uno studio clinico multicentrico (99 centri statunitensi) randomizzato, controllato con placebo, con osservatore in cieco, condotto su 30.351 adulti di età ≥18 anni. Età mediana dei soggetti 53 anni (range: 18-94). Il vaccino ha dimostrato un’efficacia del 94,1% nel prevenire l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 rispetto al placebo. La stessa efficacia è stata confermata anche stratificando i partecipanti per età, presenza di co-morbidità (malattie polmonari croniche, malattie cardiache, obesità grave, diabete, malattie epatiche, positività ad HIV), oltre che per sesso ed etnia.

La sicurezza complessiva di COVID-19 Vaccine AstraZeneca si basa sull’analisi dei dati aggregati di quattro studi clinici condotti nel Regno Unito, in Brasile e in Sudafrica. Al momento dell’analisi, 23.745 partecipanti di età ≥18 anni sono stati randomizzati e hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca o placebo. Di questi, 12.021 hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e 8.266 due dosi. Tra i partecipanti che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca con un intervallo tra le dosi compreso tra 4 e 12 settimane, l’efficacia è stata del 59,5%.

Sicurezza e durata della protezione

Come per tutti i vaccini, le reazioni avverse segnalate più frequentemente in tutti e tre sono stati dolorabilità in sede di iniezione, cefalea, stanchezza, mialgia, malessere, brividi, piressia e nausea. La durata della protezione offerta dai vaccini non è nota, perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi e sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. Le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi. 

Conclusioni

L’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata – autorizzazione che certifica la sicurezza, l’efficacia e la qualità del vaccino ma consente agli sviluppatori di presentare dati supplementari sul vaccino anche dopo l’immissione in commercio, a differenza delle autorizzazioni normali, per le quali tutti i dati devono essere presentati prima del rilascio – per tutti i vaccini contro SARS-CoV-2, prevede che l’AIFA dovrà continuare a fornire risultati per 2 anni sulla durata della protezione, sulla capacità del vaccino di prevenire le forme di malattia grave di COVID-19, sulla misura in cui il vaccino protegge le persone immunocompromesse, i bambini e le donne in gravidanza, e sulla capacità di prevenire i casi asintomatici. La sorveglianza a lungo termine sia della malattia che delle persone vaccinate mostrerà inoltre la durata della protezione vaccinale o l’eventuale necessità di ulteriori dosi di richiamo, e l’efficacia del vaccino nel prevenire la trasmissione del virus da parte di persone vaccinate. Tanti quesiti attendono dunque risposta nei prossimi anni. Nel frattempo, tuttavia avere già a disposizione più di un vaccino in tempi insperati rappresenta un traguardo straordinario per la medicina.


Redazione

Fonti:

https://www.agi.it/salute/news/2020-11-26/cosa-sapere-sui-vaccini-pronti-10439731/

https://www.iss.it/covid19-faq

https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-mrna

https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19

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