Oops we did it again! Lo scatto rivoluzionario dell’Euclid

Oops we did it again! Lo scatto rivoluzionario dell’Euclid

Il 1 luglio 2023 è stato lanciato nella spazio il primo telescopio spaziale Europeo di nuova generazione: Euclid!

Sulla scia del successo della missione americana del JWST, anche l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha lanciato il suo telescopio spaziale: Euclid!

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Come il collega “straniero”, anche Euclid non si trova proprio vicinissimo, orbita infatti nel punto Lagrangiano L2 a circa un milione e mezzo di km dalla Terra (per approfondimenti su L2, consulta l’articolo sul JWST); da lì è possibile esplorare lo spazio profondo con molti meno disturbi.

*nell’immagine, il logo della missione Euclid

Perché mandare allora due telescopi nello stesso punto ad osservare le stesse cose?

Perché in realtà non è così! I due gioielli tecnologici hanno infatti scopi e strumentazioni differenti. Per farla semplice, ma non è affatto così, JWST può essere paragonato ad un cannocchiale, mentre Euclid ad un binocolo. Entrando più nel dettaglio infatti notiamo che i differenti strumenti a bordo dei due telescopi analizzano lunghezze d’onda diverse: il JWST è specializzato nell’infrarosso, ed è in grado di osservare quindi più lontano ma porzioni di spazio più piccole (ricordiamo che in astronomia lontano si intende contemporaneamente sia nello spazio che nel tempo); Euclid è invece specializzato su lunghezze d’onda più lunghe, ma osserva ed elabora molte più informazioni, consentendogli di avere un campo visivo più ampio.

Da questo punto di vista i due telescopi si completano, infatti è possibile individuare gli oggetti ed i fenomeni più interessanti con Euclid e poi eventualmente ottenere di questi una immagine più dettagliata e su un’altra lunghezza d’onda, grazie al JWST.

Entrambi i telescopi contribuiranno alla nostra comprensione delle strutture cosmiche e dell’evoluzione. Le misurazioni precise di Euclid delle forme delle galassie e dei redshift riveleranno la distribuzione e l’evoluzione della materia oscura, mentre le osservazioni del JWST di galassie lontane e dischi protoplanetari approfondiranno la nostra conoscenza della formazione stellare e dell’evoluzione delle galassie.

Euclid è caratterizzato da due strumenti:

VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP), come detto prima infatti, Euclid è specializzato in lunghezze d’onda più grandi, che ricadono anche nel visibile (con il VIS) e nella prima parte dell’infrarosso (con il NISP)

L’Italia ha la responsabilità del coordinamento generale dell’SGS; in questo ambito ha anche la responsabilità diretta della verifica delle prestazioni dello strumento NISP e la responsabilità di diversi passi del trattamento dei dati, che vanno dalla rimozione degli effetti strumentali sui dati NISP, al confronto con i dati provenienti da altre fonti, alle misure di precisione sui dati spettroscopici, alla preparazione dei risultati da distribuire alla comunità scientifica. Queste attività sono una componente essenziale per il successo della missione.

Elemento essenziale della missione è lo Scientific Ground Segment (SGS) che ha la responsabilità sia della pianificazione delle osservazioni e del primo controllo di qualità, sia della verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita e della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica.

Il razzo Falcon 9 contenente Euclid sulla rampa di lancio

Uno degli scopi della missione Euclid è quello di analizzare ed esplorare l’energia e la materia oscura, ma cosa sono? L’aggettivo “oscuro” non deve essere inteso nella sua accezione negativa, per oscuro si intende banalmente che non riusciamo a vederlo (un po’ come quando si parla di buco nero, che non sembra affatto essere un buco ma una sfera, ed è nero perché nessuna radiazione riesce a sfuggire alla sua gravità, tantomeno la luce). In merito invece ai sostantivi materia ed energia, c’è da dire che non siamo nemmeno ancora sicuri della loro esistenza: gli attuali modelli cosmologici producono risultati che si allineano benissimo con le osservazioni che facciamo su scale stellari, ma non collimano quando tentiamo di prevedere le interazioni tra galassie. Ad esempio non sappiamo perché l’espansione dell’universo stia apparentemente accelerando, per i modelli attuali dovrebbe invece rallentare; questo a meno che non ci sia dell’energia aggiuntiva che non riusciamo a rilevare (appunto l’energia oscura).

Alla stessa maniera non siamo in grado di spiegare perché le galassie formino degli ammassi, ne perché all’interno di questi ammassi, le velocità con cui si muovono non sono in accordo con i nostri modelli, a meno che non ci sia una massa molto maggiore che però non riusciamo a vedere, appunto la materia oscura

Una delle prime immagini di Euclid: l’Ammasso di Perseo
Il lancio di Euclid

Contiamo che Euclid fornisca informazioni che aiutino gli scienziati a dipanare questa (e altre) questioni ancora irrisolte.

Piccola nota finale: il lancio di Euclid era stato previsto inizialmente con un vettore russo, dalla base spaziale nel Kazakistan, ma a seguito del conflitto Russo-Ucraino, l’ESA ha preferito utilizzare un razzo privato: un Falcon 9 di SpaceX (attualmente l’unica agenzia privata in grado di farlo) partito poi da Cape Canaveral, in America

Il viaggio di Euclid in 4 foto

Sitografia:

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