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Neuropatia diabetica autonomica: protocolli diagnostico-terapeutici
12 Dicembre 2019 @ 8:00 - 17:00
La neuropatia autonomica diabetica (NAD) è una compromissione del sistema nervoso autonomo nell’ambito del diabete non attribuibile ad altre cause. Colpisce circa il 20% della popolazione diabetica, e fino al 30% e 60% di pazienti di età avanzata e con lunga durata di malattia. Una forma precoce può essere presente alla diagnosi nel 15% delle persone con diabete di tipo 2. Fattori di rischio per NAD sono età, durata della malattia, controllo glicemico e i classici fattori di rischio cardiovascolare. Oltre che per la sua prevalenza, la rilevanza clinica della NAD sta nelle sue ricadute prognostiche, perchè si associa ad aumento della morbilità cardiovascolare e della mortalità per cause cardiovascolari e per tutte le cause (odds ratio 3.65 in una meta-analisi di 15 studi per 2900 pazienti seguiti per 1-16 anni). Anche studi recenti, tra cui lo studio ACCORD, hanno confermato la predittività indipendente di indici del controllo autonomico cardiaco sulla mortalità cardiovascolare. La NAD influenza la variabilità della pressione arteriosa, è predittore di progressione di nefropatia diabetica, e si associa a maggior rischio di ipoglicemie. Diventa quindi un marker di fragilità della persona con diabete. La sua identificazione precoce è un obiettivo cruciale nel percorso diagnostico del paziente diabetico. La ricerca dei sintomi integrata a quella dei segni clinici è fondamentale per rilevare le manifestazioni cliniche di NAD, tuttavia il quadro sintomatologico è spesso incostante o tardivo e la diagnosi richiede l’esecuzione dei test cardiovascolari riconosciuti come il gold standard per sensibilità, specificità, riproducibilità, e standardizzazione. L’ampia sottodiagnosi della NAD pone però il problema di individuare le barriere alla sua diffusione e le possibili risposte al bisogno di semplificazione dell’approccio diagnostico. Il controllo glicemico nel diabete di tipo 1 ed una strategia multifattoriale intensiva nel diabete di tipo 2 sono in grado di prevenire lo sviluppo o rallentare la progressione di NAD. Misure sullo stile di vita – attività fisica e riduzione del sovrappeso – possono essere efficaci in fase precoce nel diabete di tipo 2. Resta comunque disatteso il bisogno di una terapia patogenetica in grado di far regredire la NAD, mentre terapie per le manifestazioni cliniche sono disponibili, ma anche queste spesso non utilizzate a pieno. Il sistema neurovegetativo è stato definito il “direttore d’orchestra” del nostro organismo, quindi una prerogativa della NAD è la poliedricità delle sue manifestazioni. che possono interessare tutti gli apparati e le funzioni sotto il controllo autonomico: sistema cardiovascolare, gastrointestinale, urogenitale, sudomotorio, endocrino e pupillare. Se la forma cardiovascolare è la più comune e rilevante, le manifestazioni gastrointestinali o urogenitali sono invalidanti e di maggiore complessità diagnostica e terapeutica perché richiedono un approccio multispecialistico di incostante realizzazione. Questo meeting organizzato del Gruppo di Studio delle Neuropatia Diabetica della SID nasce dal bisogno di formazione su una complicanza del diabete la cui gestione diagnostico-terapeutica mantiene delle criticità per la complessità dei quadri clinici e nell’applicazione delle linee guida. Gli obiettivi formativi sono quindi:
1. favorire le conoscenze riguardo a) all’impatto clinico della NAD e alla pervasività dei suoi effetti, b) alla pertinenza della NAD al corretto management del paziente con diabete e ai vantaggi di uno screening precoce, c) al percorso diagnostico delle principali disfunzioni autonomiche, e d) alla loro gestione terapeutica secondo le linee guida e le acquisizioni più recenti;
2. fornire esemplificazioni di percorsi diagnostici e opzioni terapeutiche;
3. favorire la consapevolezza della praticabilità di approcci integrati e efficaci per le manifestazioni invalidanti della NAD.
Responsabile scientifico: Uccioli Luigi;
Crediti ECM: 7;
Il corso si rivolge a 50 partecipanti tra:
Medico chirurgo: Endocrinologia; medicina interna; medicina generale (medici di famiglia); malattie metaboliche e diabetologia; neurologia.
Obiettivo formativo: Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza, profili di cura;