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La Carta di Matera – La nuova sanità distrettuale
21 Ottobre 2021 @ 16:00 - 19:45
21-22-23 Ottobre 2021
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Sono trascorsi ventun anni dall’emanazione del decreto legislativo 229/99, la cosiddetta riforma Bindi, ormai sono ben evidenti sia gli aspetti positivi che negativi di quella legge che innovava fortemente il Servizio Sanitario Nazionale, per cui fare una analisi puntuale di ciò che risulta positivo per il S. S. N., in particolare per la Sanità Distrettuale, rispetto a ciò che deve essere modificato se non eliminato, va affrontato senza preconcetti, in forma laica.
A un tale compito, se ne aggiunge un altro ancor più impegnativo e di grande responsabilità, quello di contestualizzare tutti gli aspetti appena accennati, nell’ambito della Sanità del Mezzogiorno, che presenta in parte, particolari ritardi rispetto le Regioni del Centro – Nord, ciò non deve però porci in una condizione di sudditanza psicologica, anzi deve essere da sprone nell’identificare in modo accurato, quegli aspetti che pongono difficoltà nel garantire il bene salute ai nostri concittadini, sia per quanto concerne l’organizzazione, che la disponibilità di risorse economiche e tecnologiche, naturalmente rimane primaria la risorsa umana, quella che permette di fare la differenza in qualsiasi organizzazione, anch’essa molto deficitaria.
Entrando in merito alle tematiche da affrontare, è nostra principale esigenza focalizzare l’attenzione alla Sanità Distrettuale, poiché è il Distretto che ha la responsabilità legale nel garantire i servizi alla Salute dei cittadini italiani e nel nostro caso ai cittadini del Mezzogiorno sul territorio, una Sanità “cenerentola” rispetto a quella ospedaliera.
I punti che suggeriamo d’analizzare in questa prima fase sono i seguenti:
- Un nuovo Distretto Sanitario – Quale funzione? Solo Committenza o Struttura Organizzativa?
- Operatività del Distretto: potenziamento delle attività ambulatoriali con i poli specialistici?
- L’integrazione funzionale con il privato accreditato?
- La Medicina Generale: come assumere concretamente la responsabilità clinica nel paziente complesso.
- La Medicina Specialistica Interna: una risorsa insostituibile – rivedere il suo potenziamento.
- Le Cure Domiciliari: la garanzia della continuità delle cure ad alta intensità assistenziale e curativa.
- Una organizzazione autonoma, con personale dedicato in modo esclusivo
- L’integrazione Ospedale – Distretto e le Dimissioni Protette.
- Il Servizio Emergenza – Urgenza del 118.
A latere di questi punti, vi è anche un altro aspetto, che è di importante fondamentale, la garanzia dei finanziamenti alla Sanità distrettuale.
La presenza nelle Aziende Sanitarie Locali di presidi ospedalieri, portano a distrarre fondi che in molti casi sono destinati alla Sanità distrettuale, questo perché i finanziamenti non sono vincolati e in più l’esigenza di assicurare la piena efficienza dei reparti ospedalieri, spingono le direzioni strategiche a stornare fondi in favore dei presidi ospedalieri, in quanto, se viene chiusa una sala operatoria questa fa notizia e si va sui giornali, se si chiudono gli ambulatori di un distretto o anche la chiusura di tutti gli ambulatori della medicina generale, questo non fa rumore, non crea disappunto e ci sono contenute proteste.
Sarebbe utile che i presidi ospedalieri attualmente presenti nelle Aziende Sanitarie Locali, fossero trasferiti e inseriti in una entità amministrativa extra ASL, che garantirebbe la loro piena autonomia finanziaria, offrendo in tal modo certezza ai finanziamenti delle ASL, conseguentemente ai Distretti Sanitari, in quanto ci sarebbero due canali di finanziamento ben distinti, non più promiscui.