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Il sensore CGM caratteristiche, funzioni, utilizzo ed interpretazione dei dati II edizione
28 Marzo 2022 @ 16:00
28 marzo 2022 Pastena – Frosinone
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La terapia tradizionale e più comune nei pazienti diabetici, si basa sull’approccio farmacologico, sull’autocontrollo della glicemia, e su dieta ed esercizio fisico finalizzati a mantenere l’euglicemia, ovvero un livello di glucosio nel sangue compreso tra gli 80 mg/dl e i 120 mg/dl. Gli strumenti di automonitoraggio più comuni sono le “penne pungi-dito” in grado di far produrre una piccola goccia di sangue dal polpastrello in cui si imbeve una striscetta che, inserita in un apposito glucometro, restituisce i valori glicemici. Tale modalità viene indicata con SMBG, dall’acronimo inglese di Self Monitoring of Blood Glucose. Gli svantaggi principali di questi strumenti, però, risiedono nell’invasività della procedura per la lettura del valore di glucosio e nel fatto che essi consentono solamente poche misurazioni in una giornata, non essendo quindi in grado di cogliere eventuali episodi di iperglicemia o ipoglicemia durante i periodi tra una misurazione e l’altra. Per questo motivo sono stati sviluppati, e comparsi sul mercato a partire dai primi anni 2000, dispositivi che consentono un monitoraggio (quasi) continuo della glicemia nei liquidi interstiziali, con una misura ogni 1-5 minuti, detti dispositivi per il Monitoraggio del Valore Continuo del Glucosio: Continuous Glucose Monitoring (CGM). Essi consentono infatti di individuare un numero maggiore di rilevazioni rispetto al convenzionale SMBG e di effettuare un’analisi retrospettiva dell’andamento glicemico stesso, in base alla quale si può aggiustare opportunamente la terapia. Da più di 20 anni, il Monitoraggio Continuo del Glucosio (CGM) è diventato sempre più affidabile, vantaggioso da un punto di vista clinico ed economico e ha dimostrato efficacia in termini di miglioramento dell’A1C, riduzione dell’ipoglicemia e miglioramento del tempo nell’intervallo target del glucosio.I dispositivi per il controllo continuo delle glicemie forniscono dati significativi e non invasivi in tempo reale direttamente sul display del proprio smartphone e possono consentire aggiustamenti più precisi nel dosaggio dei farmaci rispetto a quelli che possono fornire i test spot dall’autocontrollo della glicemia (SMBG). Forniscono informazioni riguardo ai livelli di glucosio attuali e pregressi, indicano l’andamento giornaliero e la direzione (tendenza) verso cui si sta modificando (in alto o in basso) la glicemia.
E’ importante educare il paziente e motivarlo all’uso consapevole dei sensori per ottimizzarne l’impiego e per interpretare correttamente le informazioni ottenute sul profilo glicemico in modo da prendere i giusti provvedimenti. La ricaduta più importante dell’uso questi nuovi device è quindi, senza dubbio alcuno, quella di migliorare la quotidianità delle persone con diabete, sia dal punto di vista del compenso glicemico, che della loro sicurezza.
Coordinatori scientifici: dr.ssa Memoli, dirigente medico diabetologo ASL SA,
dr. Orio, specialista ambulatoriale diabetologo ASL SA
Crediti ECM: NO ECM