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Dall’automonitoraggio al sensore CGM
25 Marzo 2022 @ 16:00
25 marzo 2022 Pastena – Frosinone
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La terapia tradizionale e più comune nei pazienti diabetici, si basa sull’approccio farmacologico, sull’autocontrollo della glicemia, e su dieta ed esercizio fisico finalizzati a mantenere l’euglicemia, ovvero un livello di glucosio nel sangue compreso tra gli 80 mg/dl e i 120 mg/dl. Gli strumenti di automonitoraggio più comuni sono le “penne pungi-dito” in grado di far produrre una piccola goccia di sangue dal polpastrello in cui si imbeve una striscetta che, inserita in un apposito glucometro, restituisce i valori glicemici. Tale modalità viene indicata con SMBG, dall’acronimo inglese di Self Monitoring of Blood Glucose. Inoltre, dai primi anni 2000, sono in commercio dispositivi che consentono un monitoraggio (quasi) continuo della glicemia nei liquidi interstiziali, con una misura ogni 1-5 minuti, detti dispositivi per il Monitoraggio del Valore Continuo del Glucosio: Continuous Glucose Monitoring (CGM). Essi consentono infatti di individuare un numero maggiore di rilevazioni rispetto al convenzionale SMBG e di effettuare un’analisi retrospettiva dell’andamento glicemico stesso, in base alla quale si può aggiustare opportunamente la terapia.
E’ importante educare il paziente e motivarlo all’uso consapevole dei glucometri e dei sensori per ottimizzarne l’impiego e per interpretare correttamente le informazioni ottenute sul profilo glicemico in modo da prendere i giusti provvedimenti. La ricaduta più importante dell’uso questi device è quindi, senza dubbio alcuno, quella di migliorare la quotidianità delle persone con diabete, sia dal punto di vista del compenso glicemico, che della loro sicurezza.
Coordinatori scientifici e relatori:
dr.ssa Memoli, dirigente medico diabetologo ASL SA
dr. Orio, specialista ambulatoriale diabetologo ASL SA
Crediti ECM: NO ECM