Ancora oggi, nella seconda metà del 2023, l’Italia e il mondo continuano a lottare contro la pandemia di COVID-19. Una nuova variante del virus SARS-CoV-2, conosciuta come Eris o variante EG.5, è emersa in questo mese di settembre come un nuovo elemento di preoccupazione. L’attuale scenario concorda con l’ultima flash survey, che aveva già individuato la EG.5 come variante prevalente in Italia. Nonostante questa preoccupante crescita gli studi effettuati finora non hanno rilevato rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti.
La variante EG.5, comunemente nota come Eris, è stata captata dai radar dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e delle autorità sanitarie italiane e considerata come una nuova sfida epidemiologica. Tra le caratteristiche chiave di questa variante sono al centro dell’attenzione soprattutto le mutazioni significative. Infatti, la variante EG.5 presenta una serie di mutazioni nella proteina spike del virus che facilita il suo ingresso nelle cellule umane, sollevando così le preoccupazioni riguardo alla trasmissibilità.
Un ulteriore interrogativo è rappresentato dalla potenziale capacità di Eris di evitare l’immunità, in quanto sembrerebbe possedere la capacità di “eludere” in parte l’immunità acquisita attraverso la vaccinazione o l’infezione precedente, rendendo il quadro immunitario più complesso.
L’OMS e le autorità sanitarie italiane hanno immediatamente messo in atto un sistema di sorveglianza attiva e costante per individuare la variante EG.5, tracciarne la diffusione e valutarne l’impatto sulla salute pubblica con una serie di azioni coordinate e mirate. Dunque, è stata intensificata la cosiddetta sorveglianza genomica su tutto il territorio nazionale per individuare rapidamente la variante EG.5 e monitorarne la diffusione. Questa fase si basa sulla raccolta di campioni virali da pazienti infetti e sul sequenziamento del genoma del virus. A livello internazionale un team di esperti scientifici sta conducendo approfondite analisi per valutare l’impatto della variante EG.5 sulla trasmissibilità, la gravità delle infezioni e l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili. I risultati sono attesi nelle prossime settimane.
Secondo gli esperti, i sintomi associati a Eris sono simili a quelli delle varianti precedenti di COVID-19 e includono tosse, mal di gola e congestione delle vie respiratorie superiori. Tuttavia, risulta fondamentale non sottovalutare tali sintomi, soprattutto considerando la predominanza di Eris come variante dominante e adottare le misure preventive, come il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e la gestione delle attività sociali.
Una nota positiva è che il vaccino di Moderna adattato alla variante Kraken sembra funzionare anche contro Eris. Infatti, gli studi clinici indicano un aumento significativo degli anticorpi neutralizzanti contro le varianti virali circolanti, tra cui BA.2.86 (Pirola), EG.5 (Eris) e FL.1.5.1. Questa scoperta è rassicurante, considerando la crescente trasmissione di Sars-CoV-2 in Europa.
La situazione attuale è in continua evoluzione, e la cooperazione internazionale è cruciale per comprendere e contenere questa variante e affrontare le future sfide legate al virus. Restano essenziali, infine, un continuo aggiornamento attraverso le fonti ufficiali e il rispetto delle direttive delle autorità sanitarie con lo scopo di proteggere la salute individuale e collettiva.
Autore: Redazione
Fonti:
https://www.repubblica.it/salute/2023/09/08/news/covid_eris_varianti_sintomi-413639705/